Morelli: “Le meteoriti, con quello che raccontano, aprono varchi nel mistero dell’Universo. Questo il senso della loro presenza all’esposizione”
Si chiamano Estherville e ACFER371 e dal 15 luglio saranno fra i protagonisti di “Unknown Unknowns – An Introduction to Mysteries”, la mostra tematica al centro della 23ª Esposizione Internazionale di Triennale Milano al Palazzo dell’Arte. I due campioni di meteorite del Museo di Scienze Planetarie sono stati scelti come “messaggeri” delle profondità spazio-temporali dell’Universo nella cornice dell’Esposizione Internazionale, che dedica il percorso curato da Ersilia Vaudo (astrofisica e Chief Diversity Officer dell’Agenzia Spaziale Europea) proprio a ciò che ‘non sappiamo di non sapere’.
“Le meteoriti, con quello che raccontano, aprono nuovi particolari orizzonti a chi voglia indagare i misteri che si insinuano tra l’ignoto e la conoscenza. È questo il senso della loro presenza nel percorso espositivo – spiega il direttore del Museo di Scienze Planetarie di Prato Marco Morelli – Ogni campione porta con sé una storia: la sua scoperta, gli studi di cui è stato oggetto, quello che ci ha fatto comprendere riguardo al lontano passato in cui si è originato e quello che abbiamo potuto capire riguardo le caratteristiche delle zone remote dello spazio da cui proviene. Molto di ciò che oggi sappiamo sulla Terra e sul Sistema Solare lo dobbiamo allo studio delle meteoriti”.
La mostra tematica, che è aperta al pubblico dal 15 luglio (fino all’11 dicembre), è il centro nevralgico della 23ª Esposizione Internazionale, uno spazio di dibattito e confronto che spazia in diversi ambiti: dall’evoluzione della città agli oceani, dalla genetica all’astrofisica, con oltre cento opere, progetti e installazioni di artisti, ricercatori e designer internazionali che si confrontano con l’ignoto, fra gli altri il designer giapponese Yuri Suzuki, la designer italiana Irene Stracuzzi, il collettivo di architetti statunitensi SOM, e l’artista turco-americano Refik Anadol.
I campioni scelti per l’esposizione hanno caratteristiche e storie molto diverse.
Estherville è una Mesosiderite, una rara tipologia di meteoriti roccioso-metalliche in grado di fornire elementi importanti per l’interpretazione della formazione dei corpi planetari del Sistema Solare. Il campione pratese è una fetta dell’oggetto caduto dopo una spettacolare esplosione nel 1879 nella cittadina agricola di Estherville nell’Iowa (USA). La meteorite, del peso di 198 chili, cadde sulla fattoria Sever Lee e fu portata dopo pochi giorni a Chicago e venduta al British Museum di Londra, dove fu divisa in pezzi che andarono anche ai musei di Parigi e Vienna.
La ACFER371 invece è unacondrite, ma del tutto eccezionale per la sua forma, su un lato infatti presenta in modo evidente una particolare superficie che indica la direzione di ingresso nell’atmosfera (meteorite orientata). È stata trovata durante una spedizione di ricerca e classificata dal Museo pratese. Le condriti sono prodotti primitivi da cui hanno avuto origine i pianeti del sistema solare e forniscono importanti dati scientifici sui processi evolutivi planetari.
Negli ultimi decenni lo studio delle meteoriti ha fornito una quantità di dati senza precedenti, dati che hanno permesso di comprendere l’origine e l’evoluzione del Sistema Solare. L’origine della Terra stessa e la sua struttura interna oggi sono ragionevolmente note grazie a quanto ci raccontano le meteoriti. Anche l’acqua, indispensabile allo sviluppo e al sostentamento della vita e, secondo alcune teorie, addirittura alcuni composti organici fondamentali per la nascita della vita stessa, sarebbero arrivati sul nostro pianeta dallo spazio, con la caduta di grandi asteroidi o meteoriti relativamente piccole.
Redazione
Moira Pierozzi
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