Piazza Agnolo Firenzuola – 59021, Vaiano (PO)
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Come gli antichi viandanti, entrando dall’ingresso principale del monastero (ancora oggi denominato ‘porta a martello’) e percorrendo un tratto del chiostro, si accede all’ala sud-est dell’edificio adibita a Museo. Nelle sale luminose, dove un tempo si trovavano il refettorio monastico e l’appartamento dell’abate, si sviluppa il percorso espositivo che si propone di illustrare, attraverso i reperti archeologici e le opere d’arte sacra, la vita quotidiana dei monaci e la loro funzione religiosa, economica e sociale nel territorio.
L’allestimento museale si divide idealmente in due parti dedicate a “Il tempo del lavoro” e a “Il tempo della preghiera”. Esse documentano gli aspetti principali della vita monastica così come emergono dalla regola di S. Benedetto che prevede un’equa divisione della giornata fra il lavoro (sia manuale che intellettuale) e la preghiera, secondo il motto ‘ora et labora’.
Il tempo del lavoro
La sala insieme a quella che segue formava l’unico ambiente del refettorio: con il restauro è stata rimessa in evidenza la decorazione parietale che fu eseguita probabilmente quando la comunità monastica si era ormai ridotta di numero o, addirittura, dopo la soppressione del monastero.
L’allestimento costituisce il primo nucleo della sezione del museo dedicata ai reperti archeologici, venuti alla luce nelle varie campagne di scavo durante i recenti interventi di restauro.
Attualmente nella sala sono esposti alcuni reperti, soprattutto ceramica acroma (tra cui i catini “figlinesi” decorati a matrice) e maiolica da mensa (maiolica arcaica, maiolica italo-moresca, la preziosa maiolica “a zaffera” prodotta a Faenza, la maiolica ingubbiata e graffita) frutto dello scavo eseguito nel 1975 alla base del campanile, sotto la direzione di Riccardo Francovich e Guido Vannini.
Il materiale archeologico, che abbraccia un arco cronologico dal periodo romano all’età moderna costituisce una documentazione significativa sulla vita quotidiana dei monaci di Vaiano e sulle fasi storiche che hanno preceduto la costruzione del monastero medievale.
Il tempo della preghiera
Accanto alle opere più antiche come la capsella per reliquie in argento del VI-VII secolo caratterizzata da una decorazione di ispirazione bizantina con la presenza di animali allegorici affrontati (pesci e colombe) entro orbicoli puntinati, l’allestimento ripropone le cerimonie della liturgia monastica, che si svolgeva con caratteri di particolare solennità. L’esposizione richiama il rito della Messa, riproponendo l’altare maggiore con un apparato di gusto barocco: oltre al paliotto, sono posti sulla mensa i vasi sacri e le cartegloria che contengono le parti della celebrazione che il sacerdote doveva recitare profondamente inchinato. La ricostruzione è completata dal crocifisso, dai candelieri e dai reliquiari.
L’elegante tabernacolo quattrocentesco era posto in cornu epistulae (a destra dell’altare) prima del concilio di Trento: successivamente l’Eucaristia fu collocata al centro della chiesa sopra l’altar maggiore.
Avendo acquisito le prerogative vescovili, gli abati avevano diritto a mitra e pastorale, simboli del sacerdozio e dell’autorità abbaziale, mentre in alcune occasioni l’abate sedeva sul faldistorio, derivato dalla sella curule dei magistrati romani.
Molta cura dedicavano i monaci alla uffiziatura corale: il nuovo coro della Badia fu costruito dall’abate don Placido Tori nel 1680, abbattendo l’abside maggiore della chiesa medievale. Di questi riti suggestivi restano oggi un libretto delle antifone manoscritto ed una pergamena del XIII secolo, alcuni Antifonari e Graduali, tra cui la splendida edizione della Tipografia Medicea del 1614: sia il Graduale (un corale che riunisce il canto liturgico per le Messe cantate) che l’ Antifonario erano di dimensioni notevoli in quanto posti sul badalone in mezzo al coro servivano contemporaneamente a più persone.
Il ciborio rinascimentale
All’influenza medicea è legata anche la presenza a Vaiano dell’elegante ciborio quattrocentesco con tracce di doratura, databile agli anni 1470-80, attribuito ad Antonio del Rossellino (1427-1479 circa) e alla sua bottega. Il tabernacolo centinato, scolpito finemente a bassorilievo, presenta una prospettiva architettonica all’interno della quale si vedono due angeli oranti e, nella lunetta, la figura a mezzobusto del Cristo in Pietà: tutta l’attenzione è incentrata sulla nicchia centrale dove era posta la pisside eucaristica. L’arrivo alla Badia di Vaiano di un manufatto di notevole qualità, aggiornato secondo i più aggiornati stilemi rinascimentali, molto probabilmente fu dovuto proprio alla committenza del commendatario Carlo de’Medici, cui è dovuta la ricostruzione dell’edificio monastico e del chiostro. Secondo la tradizione, il tabernacolo mediceo fu posto non sull’altar maggiore, ma presso di esso in cornu epistulae, cioè inserito nel muro sul lato destro dell’altare, dove il sacerdote nella Messa in rito romano antico legge un brano, solitamente tratto da una lettera di un apostolo. Solo nel secolo seguente, il Concilio di Trento prescrisse che l’Eucaristia, centro del culto cattolico, fosse anche fisicamente posta nel punto focale della chiesa sopra l’altar maggiore. E questo anche in funzione anti-protestante: infatti Lutero e i riformatori negavano la dottrina tradizionale della presenza reale del corpo di Cristo sotto le specie eucaristiche. Nel bassorilievo conservato a Vaiano, lo sportellino, in noce con semplice intarsio, non è più quello originario, ma risale agli anni 1738-39 e fu realizzato dalle stesse maestranze che intagliarono il notevole mobile in stile rocaille della sagrestia (ancor oggi visibile), quando il tabernacolo, persa la sua prima funzione, fu trasformato in custodia per l’Olio degli Infermi e spostato vicino all’ingresso della sagrestia. Questo “riutilizzo” ha permesso che questo, e molti altri tabernacoli murali, pur avendo perduto la loro funzione primitiva, giungessero integri fino a noi.
La compagnia e le congreghe
L’allestimento evoca, attraverso l’esposizione di oggetti della Compagnia di Vaiano, le funzioni svolte da questa associazione laicale. L’altare ligneo è addobbato per l’esposizione solenne del SS. Sacramento: la residenza con raggera dorata, l’ostensorio, i candelieri mostrano un apparato scenografico e l’importanza assegnata al culto eucaristico dal concilio di Trento. Il crocifisso processionale con mantellina costituiva l’insegna del pio sodalizio e sfilava insieme ai lanternoni e alle mazze processionali. Durante le cerimonie i confratelli vestivano la tradizionale cappa con buffa, il cappuccio indossato in ossequio al precetto evangelico che invita all’anonimato nel compimento delle opere di misericordia. Il percorso è completato da altri oggetti utilizzati nella vita della Compagnia o dalle congreghe: il Libro dei Capitoli del 1792, portato in processione dal governatore e le borse da cui erano estratti i nomi dei confratelli che ricoprivano le cariche associative. Di fattura elegante e raffinata è il calice donato dalla congrega del Rosario nel 1843.
Le processioni e la religiosità popolare
Il percorso espositivo prosegue nell’antica camera da letto dell’abate, da cui si accede a due piccoli ambienti: la cappella e lo scrittoio (o studiolo). Il tema dominante è quello della religiosità popolare e della processione in cui il sentimento dei fedeli trovava uno dei momenti di più vasta partecipazione. Al centro della sala la grande macchina processionale con statua della Vergine fa riferimento alla processione che a Vaiano si svolgeva con grande apparato di stendardi e vessilli la seconda domenica di ottobre. La devozione alla Madonna del Rosario era promossa da una congrega apposita. Alla processione partecipavano anche le priore, scelte fra le fanciulle da marito, che indossavano abito e velo bianco, mentre la figura principale la badessa, estratta a sorte fra le spose dell’anno, sfilava con un elegante vestito nero. Fra gli oggetti sacri, il tabernacolo portatile, la piccola pisside, l’altarolo devozionale e la lanterna servivano per recare in forma solenne il viatico ai moribondi. Elementi importanti per il sentimento di religiosità erano anche le tipiche statuette in cera sotto campana di vetro, le medaglie devozionali, le reliquie dei santi.
La cappella
La cappella, realizzata nel 1756 e solennemente consacrata, fu nuovamente decorata con stucchi e pitture murali nel 1776. Parte integrante della decorazione sono i due dipinti raffiguranti la Madonna col Bambino, che si trova sul piccolo altare, e il San Giovanni Gualberto in estasi, sulla parete opposta.Nella piccola cappella l’abate del monastero celebrava privatamente la sua Messa quotidiana: sull’altare, addobbato secondo il gusto del settecento, trova posto l’occorrente per la celebrazione secondo la liturgia tridentina.
Lo scrittoio
Le pareti e la volticciola a padiglione presentano una tipica decorazione con ‘paesaggi d’invenzione’ e a ‘trompe l’oeil’: l’intervento fu realizzato nel 1782 dal fiorentino Pier Giovanni Poli.
Nello scrittoio si è voluto suggerire, in base agli elementi a disposizione, l’arredamento originario costituito da una scrivania e da uno scaffale, su cui trovava posto una piccola biblioteca personale. Tra i libri e i documenti esposti, alcuni volumi delle opere di Agnolo Firenzuola (1493-1543) come la prima editione delle Prose (1548) con le novelle della Prima veste dei discorsi degli animali, ambientate nei luoghi della val di Bisenzio.
Le chiese del territorio
Nel territorio della val di Bisenzio, ricco di storia e di tradizioni popolari, numerosi sono i luoghi di culto che conservano spesso un patrimonio considerevole che, conservatosi per secoli, rischia talvolta di andare (irrimediabilmente) perduto.
Alla base dell’organizzazione ecclesiastica vi era la plebs (pieve) che deteneva un ruolo fondamentale dalla nascita (il fonte battesimale) alla morte (le sepolture sul sagrato). Era la pieve che riceveva le decime dai fedeli e dalle chiese dipendenti ed aveva un ruolo fondamentale nella cura della viabilità locale e nell’ assistenza ai viandanti ed ai bisognosi. Il sistema delle pievi si localizzò seguendo la divisione diocesana fra Firenze e Pistoia: il Bisenzio assunse la funzione di confine fra le due realtà amministrative, politiche ed ecclesiastiche e la vallata per secoli si trovò divisa in due parti. La diocesi di Pistoia ebbe giurisdizione sulle pievi situate lungo la riva destra del fiume (Usella e S. Ippolito di Vernio), mentre Firenze estese il suo potere al territorio sulla riva sinistra (Sofignano e Montecuccoli). Attraverso gli arredi sacri ed i dipinti ricostruiamo l’intreccio fra devozione e vita sociale conosciamo nel territorio: dalla Compagnia della S. Croce di Sofignano proviene il dipinto seicentesco di Giacinto Gimignani, raffigurante il Commiato di Cristo dalla Vergine. Da altre chiese dello stesso piviere provengono altre opere, come la Madonna del Rosario e Santi firmata nel 1594 dal fiorentino Vincenzo Dori (da Savignano) o la tela seicentesca con un San Giovannino (da Faltugnano). Completano il percorso una serie di suppellettili sacre, tra le quali dalla Compagnia di S. Mattia di Faltugnano provengono un calice ed una pisside del 1599 in ottone argentato, mentre della chiesa di S. Martino a Fabio sono una croce astile del XIV-XV secolo, una pisside cinquecentesca, un calice con lo stemma dei patroni (la famiglia Bizzocchi di Prato) ed una ampollina in vetro del XVII secolo.
Come nasce un museo
Con l’apertura al pubblico della mostra di archeologia medievale (2 maggio 1992), realizzata nell’ambito degli Itinerari Laurenziani per il V centenario della morte di Lorenzo il Magnifico, iniziava quel processo che avrebbe portato all’attuale Museo della Badia. L’anno seguente fu dato il via alle celebrazioni per Agnolo Firenzuola nel cinquecentesimo anniversario della nascita culminate con la mostra su Il secolo del Firenzuola (26 giugno 1993), in cui erano esposti preziosi manoscritti ed edizioni rare delle opere dello scrittore rinascimentale. Per portare avanti con determinazione il progetto del museo si arrivò alla fondazione dell’Associazione pro Museo della Badia di Vaiano (15 febbraio 1993) e all’inaugurazione stessa del Museo della Badia di Vaiano “Agnolo Firenzuola” (9 settembre 1993) alla presenza delle autorità civili e religiose. Da quella opera “pionieristica” di sensibilizzazione sono scaturiti gli attuali restauri, tuttora in corso, iniziati nel 1996 con il recupero degli ambienti della zona museale. Questi interventi hanno portato ad un nuovo allestimento del Museo e alla firma della Convenzione per la sua gestione, avvenuti il 29 maggio 1999. La Convenzione è stata rinnovata e confermata nel 2006 e nel 2013.
Per la partecipazione alle visite guidate è previsto un contributo di € 2,00 ad alunno (gratuito per gli insegnanti)
Le visite guidate al Museo della Badia di Vaiano affronteranno i seguenti temi:
Per i gli alunni della scuola primaria: Come vivevano i Romani a Vaiano nel Pagus Varianus. Come vivevano i Longobardi nella villaggio che precedette la nascita del monastero medievale. Quali erano i lavori e le attività in un villaggio medievale. La gualchiera e le vasche medievali per la tintura delle stoffe. Come si viveva in un monastero nel medioevo, che cosa mangiavano i monaci, come scrivevano, quali erano i canti e le preghiere, come scrivevano la musica.
Per gli alunni della scuola secondaria di primo grado: Partendo da una novella di Agnolo Firenzuola, scrittore del XVI secolo e abate della Badia di Vaiano, attraverso la presentazione dei reperti archeologici e dei documenti storici del museo, verranno illustrate la vita e le attività economiche in un monastero medievale (i cibi dei monaci e l’educazione a tavola, amanuensi e scrivani nel monastero, fatti d’arme attorno alla Badia di Vaiano).
Per gli alunni della scuola secondaria di secondo grado: Si visiteranno gli ambienti del Museo della Badia di Vaiano e dell’antico monastero benedettino e, attraverso la presentazione dei reperti archeologici e dei documenti storici del museo, verranno illustrate la vita e le attività economiche e la destinazione degli ambienti in un monastero medievale (refettorio, sala capitolare, chiostro, coro, ecc.), facendo alcuni escursus anche sulle fasi precedenti testimoniate dagli scavi archeologici (l’insediamento romano e il villaggio altomedievale).
I temi che, in base alle richieste, possono essere sviluppati nel corso delle visite sono i seguenti:
- L’insediamento romano e Il villaggio longobardo
- La fondazione del monastero in epoca altomedievale: i missionari orientali e il racconto agiografico del crocifisso miracoloso di Beirut
- La “lotta per le investiture” e la Riforma di Gregorio VII
- La distribuzione degli ambienti nel monastero
- Le attività economiche nel monastero ( la fornace per fondere metalli, la gualchiera e le vasche per la tintura delle stoffe)
- Dante in val di Bisenzio
- Fatti d’arme attorno alla Badia di Vaiano
- Arte e architettura alla Badia di Vaiano in epoca romanica e rinascimentale
- La famiglia Medici e la Badia di Vaiano, la costruzione del chiostro rinascimentale
- Agnolo Firenzuola letterato e scrittore abate della Badia di Vaiano
- Arte nel Settecento alla Badia di Vaiano
- La soppressione napoleonica dei monasteri
- Scavi e indagini archeologiche a Vaiano, il lavoro dell’archeologo
Per la partecipazione alle visite guidate è previsto un contributo di € 50,00 fino ad un massimo di 25 partecipanti e di € 2,00 in più per ogni partecipante eccedente il numero massimo.
Le visite guidate al Museo della Badia di Vaiano affronteranno i seguenti temi:
Partendo da una novella di Agnolo Firenzuola, scrittore del XVI secolo e abate della Badia di Vaiano, attraverso la presentazione dei reperti archeologici e dei documenti storici del museo, verranno illustrate la vita e le attività economiche in un monastero medievale (gli ambienti del monastero, i cibi dei monaci e l’educazione a tavola, amanuensi e scrivani nel monastero, fatti d’arme attorno alla Badia di Vaiano), facendo alcuni excursus anche sulle fasi precedenti testimoniate dagli scavi archeologici (l’insediamento romano e il villaggio altomedievale).
I temi che, in base alle richieste, possono essere sviluppati nel corso delle visite sono i seguenti:
- L’insediamento romano e Il villaggio longobardo
- La fondazione del monastero in epoca altomedievale: i missionari orientali e il racconto agiografico del crocifisso miracoloso di Beirut
- La “lotta per le investiture” e la Riforma di Gregorio VII
- La distribuzione degli ambienti nel monastero
- Le attività economiche nel monastero (la fornace per fondere metalli, la gualchiera e le vasche per la tintura delle stoffe)
- Dante in val di Bisenzio
- Fatti d’arme attorno alla Badia di Vaiano
- Arte e architettura alla Badia di Vaiano in epoca romanica e rinascimentale
- La famiglia Medici e la Badia di Vaiano, la costruzione del chiostro rinascimentale
- Agnolo Firenzuola letterato e scrittore abate della Badia di Vaiano
- Arte nel Settecento alla Badia di Vaiano
- La soppressione napoleonica dei monasteri
- Scavi e indagini archeologiche a Vaiano, il lavoro dell’archeologo
L’ingresso al museo è gratuito
Orario di apertura: sabato ore 16:00-19:00, domenica e festivi ore 10:00-12:00/16:00-19:00
Il museo apre nei giorni feriali su prenotazione
Tel. + 39 328 6938733
email: adriano.rigoli@gmail.com
Da Sud: uscita A1 Calenzano-Sesto Fiorentino e A11 Prato Est e Prato Ovest. Seguire le indicazioni per Prato e Vaiano-Vernio (SR 325). Utili anche i cartelli turistici a sfondo marrone con la dicitura “Museo diffuso della Val di Bisenzio”. Dopo circa 10 Km si raggiunge il centro di Vaiano dove si trovano i cartelli turistici a sfondo marrone “Museo della Badia di Vaiano”.
Da Nord: uscita A1 Barberino del Mugello. Seguire le indicazioni per Montepiano, Vernio e Vaiano (SR 325). Utili anche i cartelli turistici a sfondo marrone con la dicitura “Museo diffuso della Val di Bisenzio”. Dopo circa Km 25 si raggiunge il centro di Vaiano dove si trovano i cartelli turistici a sfondo marrone “Museo della Badia di Vaiano”.
Uscita A1 Roncobilaccio e Pian del Voglio. Seguire le indicazioni per Castiglione dei Pepoli, Montepiano , Vernio e Vaiano (SR 325). Utili anche i cartelli turistici a sfondo marrone con la dicitura “Museo diffuso della Val di Bisenzio”. Dopo circa Km 30 si raggiunge il centro di Vaiano dove si trovano i cartelli turistici a sfondo marrone “Museo della Badia di Vaiano”.
Linee Ferroviarie
Direttissima Prato- Bologna, stazione di Vaiano (circa Km 10 da Prato e Km 80 da Bologna). La stazione si trova a circa 300 m dal Museo della Badia.
Autoservizi
Autolinee CAP in partenza da Firenze Largo Alinari-Piazza Stazione per Prato-Vaiano e da Prato Piazza Stazione per Vaiano-Vernio-Castiglione dei Pepoli. Autolinee CAP in partenza da Castiglione dei Pepoli per Prato. La fermata si trova a circa 20 m dal Museo (direzione Sud-Nord) e a circa 50 m dal Museo (direzione Nord-Sud).
Aeroporti
Bologna Aeroporto “Guglielmo Marconi” a circa Km 100 di distanza.
Firenze Aeroporto “Amerigo Vespucci” a circa Km 30 di distanza.
Pisa Aeroporto “Galileo Galilei” a circa Km 90 di distanza.

Redazione
Moira Pierozzi
moira.pierozzi@gmail.com