“Avori principeschi. Il corredo del tumulo etrusco di Montefortini: nuovi restauri”, è la mostra inaugurata sabato 15 giugno, per restare aperta fino al 3 novembre, al Museo Archeologico di Artimino, in occasione delle “Giornate europee dell’archeologia”. L’esposizione propone gli oggetti in avorio, recentemente restaurati, del tumulo principesco di Montefortini a Comeana (Carmignano, Po), che si distinguono non solo per la loro preziosità intrinseca, per la profusione della materia prima utilizzata, ma soprattutto per la qualità dell’esecuzione, la varietà e l’originalità delle iconografie presenti, realizzati da maestri che disponevano di un ampio bagaglio culturale, detentori di strumenti e di tecnologie altamente specializzate, che prestavano la loro opera presso le corti dei principi etruschi.
Una parte di questi oggetti, restaurati tra la fine degli anni ’90 del XX secolo e i primi anni del XXI, è già esposta in una sezione del Museo Archeologico di Artimino. Un’altra parte significativa di questo straordinario complesso in questi ultimi due anni è stata oggetto di un intervento di ricerca e restauro e viene presentata al pubblico da sabato prossimo alla conclusione di un progetto realizzato in sinergia con fondi propri dal Comune di Carmignano e dalla Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio (Sabap) di Firenze, Pistoia e Prato, con un importante sostegno finanziario dell’Ufficio federale della Cultura della Confederazione Svizzera, nonché con un contributo della Regione per la realizzazione della mostra.
«La nostra storia – commenta il sindaco di Carmignano Edoardo Prestanti –, le nostre radici riemergono e sono ancora una volta messe in mostra da questo prezioso restauro, sostenuto dal Comune e della Soprintendenza, che ci restituisce in tutta la loro straordinaria bellezza queste stupende testimonianze».
Gli oggetti d’avorio erano tra i beni suntuari maggiormente ricercati dalle corti del vicino Oriente, dove sono stati ritrovati per lo più nelle stanze dei palazzi reali; in Grecia gli avori più pregiati e più numerosi sono stati rinvenuti nei santuari, mentre in Etruria li ritroviamo principalmente in pochi grandi monumenti funerari del periodo “orientalizzante” (VII secolo a.C.): per le élite principesche ivi sepolte questi manufatti, decorati perlopiù con motivi di tradizione vicino-orientale e greca, erano un chiaro strumento di ostentazione del proprio status sociale.
Tra questi monumenti si distingue il tumulo principesco di Montefortini per la quantità eccezionale di oggetti d’avorio restituiti dalla tomba a tholos.
Per la mostra è stata operata una larga scelta tra i materiali recentemente restaurati, rappresentativi delle diverse categorie di oggetti: circa ottanta piccoli grandi capolavori, tra i quali placchette intagliate che – insieme ad altre già esposte nel Museo – dovevano rivestire un sontuoso elemento d’arredo, e altre placchette di dimensioni minori sia incise che a bassorilievo, immanicature e pissidi incise e a rilievo decorate con teorie di animali fantastici e reali, caratteristici dell’imagerie orientalizzante, ma anche con una nuova significativa testimonianza rapportabile alla saga di Odisseo che nel VII secolo a.C. doveva già circolare anche in Etruria; infine statuette e testine d’avorio e animali fantastici e reali a tuttotondo.
«Per Carmignano – dichiara l’assessore alla Cultura del Comune Maria Cristina Monni – un’altra occasione per dare visibilità e lucentezza ad un passato che è sempre vivo e attuale. E’ una mostra di grande significato e di grande livello, per la qualità degli oggetti presentati».
Il progetto scientifico e la mostra sono stati curati da Maria Chiara Bettini (Museo Archeologico di Artimino) e Massimo Tarantini (Sabap-Fi), l’allestimento e il progetto grafico si devono all’architetto Alessandro Nocentini.
Il restauro è stato realizzato da Laura Benucci e Agnese La Torrata per la ditta Atlante di Grosseto, con la consulenza amichevole di Franco Cecchi già restauratore capo Sabap-Fi, mentre il gruppo El.En. ha messo a disposizione un laser per alcuni interventi mirati. Numerosi sono i professionisti che sono stati coinvolti per condurre le analisi sui materiali e realizzare la necessaria documentazione grafica e fotografica, nonché per la produzione di un video artistico appositamente realizzato per la mostra.
La mostra avrà gli stessi orari di apertura e chiusura del Museo: sabato e domenica ore 9.30-13.30, 15-18; lunedì, martedì, giovedì, venerdì ore 9.30-13.30.
Redazione
Moira Pierozzi
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